Prologo
Nei precedenti capitoli abbiamo visto la situazione geopolitica del Regno ed abbiamo introdotto il Duca di Ramarok. Quest'oggi cambiamo ducato: ci dirigiamo a Gortash anche detta la Città Eterna. Qui, nella capitale del Ducato di Delmdel, conosceremo un personaggio cruciale del racconto di nome Schoer.
Dopo anni di matrimonio, sua moglie sapeva ancora stupirlo. Schoer guardava gli occhi della donna di fronte a lui come se si trovasse di fronte ad un oracolo.
La donna aveva la capacità di raccogliere le notizie più disparate provenienti da tutti e tre i ducati durante un singolo giro al mercato. Per tanto tempo Schoer avrebbe scommesso di aver sposato una spia con una fitta rete di informatori ma dopo anni di continui dinieghi si rassegnò all'idea che sua moglie fosse semplicemente una donna straordinaria capace non solo di crescere loro figlio con sani valori ma anche di badare alla casa con sapiente maestria nonché depositaria di straordinarie doti da veggente.
Il Capitano della Guardia cittadina la ascoltò per circa mezz'ora assimilando il racconto inerente l'avanzata del Duca di Reynwald.
Il condottiero stava marciando da mesi, ormai, verso la loro città e si vociferava di accordi presi con i Therdentin ed addirittura con i Rusdan. Se questo corrispondeva al vero, la situazione sembrava decisamente critica.
Al termine del resoconto, Schoer baciò la moglie sulle labbra, salutò affettuosamente il figlio ed uscì in strada alla volta della casa del proprio Signore.
Il Duca di Delmdel viveva in un edificio sfarzoso a due isolati di distanza. Quando le guardie lo riconobbero si misero sugli attenti e lo lasciarono passare. Appena entrato, un paggio si precipitò trafelato per accoglierlo cinguettando un po' intimorito:
"Buongiorno comandante Schoer. Il Duca sa che è qui?"
Schoer lo guardò di sottecchi. Apprezzava la reverenza del giovane ma era troppo abituato al rigore militare per tollerare i convenevoli... se non con sua moglie. Ogni tanto rifletteva di quanto, in fondo in fondo, il vero capo della famiglia fosse lei... almeno all'interno delle mura domestiche.
"No ma lo informerò di persona!"
Così dicendo scansò il giovane e lo oltrepassò notando con un pizzico di ilarità l'impacciato ragazzo il cui viso era diventato paonazzo per la vergogna. Si diresse a grandi falcate verso la sala da pranzo dove trovò il Duca ancora intento a consumare la propria colazione insieme ai figli e senza alcun preavviso tuonò un semplice:
"Buongiorno Signore!"
Delmdel si girò di scatto pronto a fulminare l'inaspettato intruso in un momento così intimo ma alla vista dell'uomo alto e dal fisico possente nonché capo delle sue truppe e amico di vecchia data, si ammorbidì. Fece un gesto di congedo al paggio e apostrofò l'inatteso ospite dopo averlo invitato con la mano a sedersi a fianco a lui:
"Quali notizie mi porti?"
Schoer rimase in piedi. Non amava le comodità. Fece un sunto della situazione riportata poco tempo prima dalla moglie e mano a mano che procedeva nel discorso notava il viso del Duca scurirsi progressivamente. Ormai era cosa certa: il Duca di Reynwald era deciso ad arrivare a Gortash e si stava facendo largo tra i territori di Ramarok per arrivare alla meta. Al termine del discorso Schoer sentenziò:
"Dobbiamo rafforzare le difese e inviare spie per rilevare la posizione di Reynwald tempo per tempo. E' chiaro che quel bastardo sta marciando sui territori di Ramarok perché è consapevole che quel pusillanime non opporrà resistenza ma la sua meta reale è questa città e non dobbiamo permettergli di arrivarci con facilità."
Schoer cercava di essere propositivo. Era consapevole di quanto Delmdel odiasse coloro che portavano solo problemi e mai soluzioni. Il Duca assentì impercettibilmente. L'acredine che c'era da generazioni tra i due ducati non sembrava essersi ridotta con l'ascesa al trono di Reynwald e Delmdel dopo la morte dei rispettivi padri.
Più volte il ducato di Reynwald si era spinto nei suoi territori ma gli avi di Delmdel erano sempre riusciti a ricacciarlo indietro prima che arrivasse a Gortash. Per questo motivo la città aveva acquisito diversi nomignoli: "Città Eterna", "Roccaforte" e questo riempiva d'orgoglio il duca.
Adesso però Reynwald sembrava davvero deciso a sfondare le difese nemiche. Era sceso a patti con gli abitanti delle montagne ad est del Regno, i fieri e barbari Therdentin e a loro lasciava il saccheggio dei villaggi che conquistava. A Reynwald non interessava il potere, la fama o la gloria che comunque, inevitabilmente, gli cadevano addosso dopo ogni conquista: a lui interessava solo Gortash e per questo viveva.
Schoer destò Delmdel dai suoi ragionamenti ripetendo:
"Signore, se vuole posso organizzare subito le difese e mandare spie ai quattro angoli del ducato"
Il duca sembrava rapito dai suoi pensieri ma alla fine cedette:
"Schoer, questa città non è mai stata in mani nemiche. Da generazioni è governata solo dalla mia famiglia. Tienimi aggiornato su tutto, hai carta bianca ma organizzati per fare in modo che la situazione non cambi o l'unico pensiero che avrò sarà tenere la tua testa fra le mani mentre guardo il tuo corpo bruciare."
Schoer rimase scosso da questa affermazione. Era la prima volta che sentiva il duca rivolgersi in questo modo nei suoi confronti. Batté i tacchi e dopo il saluto militare si girò per uscire in strada.
Questa volta si diresse verso la caserma dove diede disposizioni a diversi soldati. Doveva aumentare la produzione di armi, inviare delle spie in diverse direzioni e terminare la costruzione di un secondo cancello.
Dopo un pomeriggio estenuante tornò a casa stravolto dalla stanchezza. Sua moglie lo aspettava con il brodo di gallina sul fuoco e del pane appena sfornato:
"Com'è andata oggi?"
La sua voce era delicata come sempre ma nascondeva una certa apprensione. La donna sapeva leggergli nel pensiero e si capivano con uno sguardo. Non c'era bisogno che Schoer rispondesse: sapeva che lei aveva già compreso quanto dura fosse stata quella giornata. Decise dunque di non rispondere e, con tono serio e pacato, cercò di essere diretto:
"Vorrei che tu e nostro figlio andaste da tua sorella a Idary. Questa città non è sicura e non voglio, nel prossimo futuro, dovermi preoccupare per la vostra vita"
La donna lo guardò con occhi dolci ma decisi.
"Non ho intenzione di fuggire. Non ho nemmeno intenzione di abbandonare casa mia. La Città Eterna non cadrà in mano nemiche. Nessuno, da secoli, è riuscito ad entrare tre le sue mura e mio marito non sarà certo ricordato per essere il Capitano della Guardia che ha fallito nel mantenere questa città impenetrabile!"
L'uomo la guardò con amore: se c'era una cosa che amava di quella donna era la capacità di essere sempre al suo fianco. Qualsiasi cosa succedesse sapeva che lei le sarebbe stata vicino sempre. Certo, a volte lo metteva di fronte ad alcune scelte importanti oppure aveva la capacità di fargli vedere le cose sotto una prospettiva diversa ma era la sua donna, la sua amante, la sua confidente e soprattutto la sua più grande alleata.
Schoer tentò di replicare ma la moglie lo zittì con un gesto e proseguì:
"Tesoro, è noto a tutti di quanto Ramarok sia un codardo. Ma è altrettanto noto che sia dotato di un buon esercito. Potresti suggerire al nostro Signore di fare un'alleanza con lui. Magari Reynwald, vedendosi schiacciato tra due fronti potrebbe desistere nel suo intento..."
Al capitano piaceva quando sua moglie snocciolava questi suggerimenti. Era una persona arguta dalle mille risorse e ne capiva anche di strategia militare.
"Delmdel si taglierebbe un braccio pur di chiedere a Ramarok un'alleanza. Se l'idea non parte dal codardo non penso sia una via percorribile".
La donna questa volta cambiò espressione e lo guardò con aria complice abbassando la voce in un sussurro quasi sensuale:
"Tesoro mio, ci sono molti modi per convincere un uomo a fargli fare ciò che desideri... Sta a te trovare quello più adatto."
A Schoer non sfuggì l'allusione celata in quella frase e si alzò per baciarla con passione.
"Ci proverò ma so già che sarà difficile trovare una buona argomentazione"
Quella notte Schoer ebbe un sonno molto agitato. I suoi sogni erano costellati di braccia e gambe smembrate, roghi di corpi esanimi e case in fiamme. Il mattino dopo si alzò all'alba, si vestì in silenzio e uscì cercando di non disturbare la moglie ed il figlio.
Era ora di preparare le difese e, come aveva detto sua moglie la sera prima, non voleva essere ricordato come il fallito Capitano della Guardia di Gortash!
Epilogo
Dopo aver incontrato il piccolo Boku di Salor, abbiamo presentato la città di Gortash con i suoi rappresentanti più importanti: il Duca Delmedel e il capitano Schoer. Ovviamente sentiremo ancora parlare di loro ma è ancora troppo presto per svelare altri particolari.
Nel prossimo capitolo ci sposteremo nei territori del Duca di Reynwald ed andremo direttamente a Città Oscura. Qui presenteremo un personaggio molto importante per il proseguimento del racconto: Croll, maniscalco del ducato nonché componente del Consiglio di Guerra e compagno d'arme di Reynwald
NB: la copertina ed eventuali altre immagini presenti nel presente post o in quelli della medesima saga sono state realizzate con il Servizio Canva avvalendosi delle immagini gratuite in esso disponibili ad uso gratuito.
Indice
Se ti fossi perso uno dei precedenti capitoli: